V. 43 N. 1 (2023): Vulnerabilità . Ambienti e Relazioni
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La vulnerabilità  della condizione umana: dimensioni ontologico-relazionali e sfide etico-politiche

Roberto Franzini Tibaldeo
PUCPR

Pubblicato 2023-06-01

Parole chiave

  • vulnerability,
  • life,
  • responsibility,
  • care,
  • otherness,
  • future
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Come citare

La vulnerabilità  della condizione umana: dimensioni ontologico-relazionali e sfide etico-politiche. (2023). Teoria. Rivista Di Filosofia, 43(1), 89-108. https://doi.org/10.4454/teoria.v43i1.174

Abstract

L'imperativo della responsabilità di Hans Jonas è stato pubblicato nel 1979, alla fine di un decennio in cui le questioni ecologiche erano state poste e discusse per la prima volta con una certa urgenza e in modo sistematico. Le sue riflessioni illustrano con grande chiarezza il groviglio di questioni tecnologiche, economiche, politiche, sociali e culturali legate alla protezione della biosfera terrestre. Allo stesso tempo, egli richiama l'attenzione sulla “vulnerabilità critica”della natura nei confronti della libertà umana tecnologicamente potenziata e sulla conseguente necessità di una responsabilità collettiva e della mobilitazione di un “sentimento di responsabilità” che deve ancora essere sviluppato. In questo saggio cerco di chiarire le seguenti questioni: primo, che le riflessioni etiche di Jonas nascono da una valutazione biologico-filosofica della vita come caratterizzata da vulnerabilità, data la sua condizione precaria e instabile di “libertà necessaria” nei confronti della materia e dell'ambiente; in secondo luogo, che la vita terrestre è fiorita attraverso un'evoluzione multiforme e non pianificata (quindi, ancora una volta, vulnerabile) di forme viventi, dai batteri agli esseri umani - che evidenziano un grado di libertà unico; in terzo luogo, che per rendere sostenibile il contributo ecologico di Jonas al giorno d'oggi, è necessario riformulare la vulnerabilità della vita per sottolinearne il significato assistenziale e relazionale. A questo proposito, cercherò di integrare le riflessioni di Jonas sulla vulnerabilità della vita con quelle di altri studiosi, come Seyla Benhabib, Bernhard Waldenfels e Joan Tronto, che hanno sottolineato il ruolo centrale delle relazioni e della cura nell'esperienza della vulnerabilità all'altro.